Come diventare un leader.


Pagando o con le giuste spintarelle chiunque può arrivare ad occupare un posto di comando. Ma il titolo di “ LEADER” nessuno lo può comprare…perché leader è solo chi ottiene tale riconoscimento dal team che dirige.

Se ti stai chiedendo qual è la caratteristica principale di un leader, la risposta è: il suo atteggiamento mentale.

Infatti, chiunque voglia davvero diventare un leader deve cominciare col far proprio l’atteggiamento mentale che consente di conquistare un team.

Ecco qui in sei punti i dettagli dell’atteggiamento mentale di un leader.

1- Il leader si assume sempre la responsabilità del suo gruppo e ciò significa che non attribuisce mai agli altri la colpa quando ottiene pochi risultati. Sa inoltre che sta a lui cambiare la situazione e che ha il potere di farlo.

2- Il leader sa gestire i suoi stati d’animo. Esce subito da stati improduttivi quando questi lo limitano ed entra in quelli che ne stimolano la produttività. Conosce quindi il meccanismo che permette di gestire la comunicazione con se stesso e la sua fisiologia.

3- Il leader decide molto velocemente e- quando ritiene di doverla cambiare- cambia idea molto lentamente. A differenza di chi impiega molto tempo per decidersi e ai primi ostacoli si tira subito indietro.

4- Il leader sa cosa vuole. Dunque ha bene in vista ciò che desidera e dedica tempo alla pianificazione delle azioni da compiere per ottenerlo.

5- Il leader conosce i suoi valori e agisce allineato con essi. In altre parole fa ciò che dice.

6- Il leader cerca sempre il lato coinvolgente dei progetti e questo gli permette di sfruttare anche l’energia che le persone sprigionano quando lavorano con passione; anziché doverle spingere a fare il loro compito…come di solito è costretto a fare un “capo”.

Essere tutto questo è difficile, lo so! Per questo è davvero un merito essere leader.

Per saperne di più hai a disposizione un ebook: il volume 2 del corso allenatori nel quale tratto l'argomento Leadership

Decidere in autonomia.


Ciao ! Mi rivolgo a te sportivo che - come me un tempo - non riesci a tirare fuori il meglio di te senza il parere degli altri. E' vero l'unione fa la forza e i risultati ottenuti da due persone che collaborano non è solo doppia rispetto a quella di un singolo ma è decuplicata. E proprio per questo non ti dirò di agire da solo ma anzi...semmai cercherò di spiegarti che, com’è importante migliorare la capacità di trovare collaborazioni, è importante mantenere la facoltà di prendere decisioni autonome.

Cosa intendo? Ti è mai capitato di cercare conferme sulle tue qualità, capacità, o addirittura sulla tua identità? Hai mai chiesto ad un amico: “secondo te posso farcela?”.

Ti è capitato vero? Beh ! Di questo parlo. Parlo del fatto che se usi questa strategia di azione devi sapere che in essa c’è una componente che è totalmente al di fuori del tuo controllo e che, non dipendendo da te, ti proporrà risposte che non terranno conto di molte cose che ti riguardano e che non riguardano invece chi ti parla… e questo è spesso causa di guai e delusioni.

Ma come può una persona abituata a decidere sulla base di “pareri altrui” iniziare a decidere in autonomia? Semplice. Anziché chiedere materialmente parere a qualcuno immagina di porre la stessa domanda a qualcuno che stimi e di cui hai piena fiducia ma che in quel momento esiste solo nella tua mente; e poi, sulla base della risposta che riceverai, procedi.

Funziona davvero, anche se scoprirai che la risposta che otterrai è spesso quella che non vorresti ricevere; che sai essere quella più difficile da applicare e la più destabilizzante per le tue certezze. Ma è quella di cui tu hai veramente bisogno perché è confezionata tenendo conto delle tue vere esigenze, a salvaguardia della tua integrità.

Lo so! Non è proprio facile…ci vorrebbe un coach.

Ma la domanda che ho da farti è: E se non ci fosse nessuno a dirti ciò di cui hai bisogno come procederesti? Sono sicuro che in una circostanza del genere svilupperesti subito l'abilità di generare le risposte che cerchi prendendo spunto da ciò in passato hai dimostrato. Del resto, anche la risposta del tuo amico si formulerebbe sulla base di qualcosa che tu hai già dimostrato vero? E allora? Che aspetti a decidere da solo quello che puoi fare o no?

Hai già vinto? E Allora vincerai!

Ebbene sì! Il segreto principale di chi vince è quello di riuscire a vedersi vincere ancora prima di aver giocato. Quello che intendo è che per riuscire a mettere “in campo”, al momento della partita, il massimo dalle proprie capacità fisiche e tecniche è necessario entrare nello stato d’animo potenziante che si produce solo visualizzando la vittoria.

Si può credere che ci siano eccezioni a questo, come ad esempio quelle sconfitte che giungono per la troppa convinzione di superiorità, ma ti assicuro che in quei casi ci sono altri fattori limitanti che intervengono, di ti cui parlerò una prossima volta.

Quel che più conta in questo articolo è che si comprenda l’importanza di dedicare parte dei propri allenamenti allo sviluppo della capacità di visualizzazione, in modo da dar vita a una sorta di previsione futura che consente la massima chiarezza sull’obiettivo da raggiungere.

Come si sa, il nostro cervello coordina il corpo e cerca le risorse giuste per lo scopo in base alla chiarezza delle immagini che in esso sono visualizzate. Per questo esiste il detto:” Se non hai chiaro dove vuoi andare sarà dura che tu ci arrivi”.

Nello sport è la stessa identica cosa. Per avvalersi di tutte le risorse corporee e mentali bisogna rappresentarsi vincenti. E come si fa? Ci si allena ad imparare a creare immagini vincenti. Per qualcuno la cosa è molto facile e lo fa già: e vince. Per chi, invece, visualizza bene ma non vince si tratta di assicurarsi che a riempire quelle immagini siano contenuti potenzianti, come la festa e i premi dopo la vittoria, cioè cose che stimolano alla massimo impegno. Per questo lavoro un Coach è fondamentale perché molto spesso questo processo non è gestito dalla coscienza del giocatore e quindi non sà come intervenire. Lo stesso vale per chi non visualizza spontaneamente perché si affida principalmente all’udito o alle sue sensazioni. In questo caso si tratta solo di cominciare a trasformare quel modo di pensare in immagini dato che per questo scopo le immagini sono preferibili. Tutto Qui. Bisogna allenarsi anche mentalmente…ma non è una novità.

Mi ripeto: La principale carenza riscontrata nelle persone che non raggiungono i propri obiettivi è quella di non riuscire ad immaginarsi nell’atto di averli raggiunti. E Cosa significa? Significa che le persone non sono abituate a fare la cosa più utile allo scopo, farsi un’immagine di se che raggiunge l’obiettivo.

Sembra logico? E lo è. Quel che invece sembra assurdo è che non si consideri questo fatto importante quanto allenarsi ogni giorno fisicamente e tecnicamente.

Secondo te quanto è inutile allenarsi fisicamente per una partita se non sai dove e quando si disputerà? Trascurare l’allenamento mentale per acquisire la capacità di visualizzare equivale a trascurare le informazioni che ci dicono dove e quando si gioca.

Einstein aveva ragione...


Una celebre frase di Einsten recita:

"E' meglio essere ottimisti e sbagliarsi che essere Pessimisti ed avere ragione". Quando l'ho letta la prima volta ho pensato: " Che Genio ! ". Già perchè nulla mi sembrava più semplice di questa ovvietà e ciononostante mi dava l'idea che fosse una regola universale.

Per questo mi è rimasta in testa fino a che, tornando a casa, ho incontrato un'amico al quale, entusiasta, l'ho recitata. Immaginate la risposta?

"Non è vero", mi ha detto.

"Come non è vero?" Esclamo io.

E no! Ribatte lui...se sei ottimista e poi ti capita qualcosa di brutto rimani anche deluso. Meglio essere realisti. Bene! dico tra me e me, dato che sono un coach sarà meglio che capisca che cosa mi si stà presentando come opportunità.

Ragioniamoci su un pò, ti và? dico.

Poniamo che ci siano 2 persone una ottimista e l'altra pessimista che sanno già che nel giorno di domenica prossima romperanno entrambi una gamba(scelgo apposta situazioni forti per alzare il livello emotivo, durante gli esempi ).

Se oggi è lunedì immagino che il pessimista passerà 6 giorni di Inferno pensando a ciò che realisticamente gli accadrà. L'ottimista invece, nonostante sà già ciò che gli accadrà dovrebbe nutrire le speranze (ndr. altrimenti che ottimista è ) che non gli accada e in questo modo passerà 6 giorni in Purgatorio ( in Paradiso mi sembrava eccessivo ). Arrivata la famigerata domenica entrambi rompono la gamba e il pessimista, realista, non proverà la delusione che invece proverà sicuramente l'ottimista. Ora, secondo te, gli chiedo, quale delle due settimane contiene meno dolore? Dovendo prendere il posto di uno dei due quale sceglieresti. ( nessuno dei due non vale ).

Come ne siamo venuti fuori?

Einstein aveva ragione...ha detto.

Che mito...il mio amico.

Come passare dalla tristezza alla serenità!

Sapete come entrare in uno stato di serenità quando vi sentite tristi? Nooo? E invece lo sapete! … e ve lo dimostro con quest’aneddoto tratto dalla mia esperienza.

Il mio studio è proprio sopra l’abitazione di mia madre e anche se capita di rado che io faccia coaching con lei … talvolta capita. Come tutti sanno, nessuno è profeta in patria e per questo a tutti si sconsiglia di fare coaching con i propri parenti. Infatti, con lei avevo già fallito molte volte, nel tentativo di applicare le tecniche di PNL che conosco per farla passare da una visione negativa della vita (sua consuetudine)a una positiva. E non ci sono riuscito finché non mi è venuto in mente di usare la tecnica che permette di entrare nel modello del mondo di qualcuno e rovinarglielo.

Quel giorno ho chiesto a mia madre: “Se tu dovessi insegnarmi a essere sereno, come tu ricordi di essere stata almeno una volta, che cosa dovrei fare?” Dopo le prevedibili difficoltà di avvio, ecco che mi dà tutte le istruzioni sulla postura, il viso, le mani il respiro e mi dice anche che cosa devo pensare. A questo punto le chiedo come potrei, invece, adottare una postura che equivalga al suo stato di tristezza. Superato il rifiuto iniziale, giustificato dal volermi tutelare dal vivere un’esperienza “orribile”, comincia a passarmi le istruzioni per il corpo, per la respirazione e soprattutto per i pensieri. A questo punto avevo già abbastanza informazioni da poter applicare almeno un paio di tecniche che so funzionare bene per la transizione da uno stato all’altro, ma avrei di nuovo commesso l’errore di sempre: volerle insegnare qualcosa. Così le chiesi: “ e se adesso volessi passare da un momento di tristezza a uno di serenità che cosa dovrei fare?”. A questo punto, ormai non aveva dubbi, sapeva cosa avrei dovuto cambiare nella postura nella respirazione e anche nei pensieri.

La sorpresa fu proprio qui. Sapeva anche come cambiare i pensieri: “Allontana i pensieri brutti e pensa a cose più colorate”, mi disse. Chi conosce le sub-modalità della PNL sa bene di cosa parlo.

In sintesi, mi son fatto dire da lei le caratteristiche di uno stato, le caratteristiche dell’altro stato e poi come passare da uno stato all’altro. Io per lo più ascoltavo pazientemente per favorire una paziente ricerca delle cose che doveva dirmi … e capire lei stessa. Con questo ho ottenuto ciò che volevo: che lei prendesse coscienza di cosa può fare per passare da uno stato all’altro, quando ne ha bisogno.

Ciò dimostra che lei sapeva già tutto su ciò che serviva per ottenere quel cambiamento. Le mancava solo di aver coscienza dei passaggi, che solo rallentando il processo - motivata dal dovermelo insegnare - cominciò a capire.

Più tardi incontrandola mi disse: quando sei triste fai come ti ho detto …perché funziona!

Il cervello è il nostro operaio.

La qualità delle domande che ci poniamo quando abbiamo un problema determina la qualità delle azioni che vengono compiute per risolverlo.

Spesso, anzi spessissimo, le persone che si trovano in difficoltà, senza rendersene conto, si pongono questa domanda autolesionistica: perché ho questo problema?

Formulare una domanda iniziando con “ perche ?” mentre ci si trova in una situazione di difficoltà non fa altro che aggravare il problema stesso poichè invita il cervello a lavorare nella direzione sbagliata. Come vedremo, scavare nel passato alla ricerca delle possibili cause non è per niente utile a risolvere i problemi.

Sarete tutti d’accordo nel sostenere che quello di cui si ha bisogno, quando si ha un problema, è di trovare al più presto una soluzione.

Facciamo allora l’esempio di un semplice mal di testa e vediamo come più conviene agire per farlo passare.

Se ci si domanda perché lo si ha, il cervello si mette all’opera per fornire spiegazioni sulle possibili cause…trovando risposte come: sei stressato, hai mangiato male, hai lavorato troppo, troppa tv… e quant’altro. Potrebbe andare avanti per ore a trovare cause persino bizzarre e come spesso accade, mentre è intento a trovare le più attendibili, il mal di testa rimane lì.

Se invece ci si domanda: “come posso far passare il mio mal di testa?”. Il cervello si mette subito all’opera e ti fornisce risposte come: prendi l’aspirina, fai yoga, fatti un sonnellino. E sarete d’accordo che solo facendo qualcosa all’indirizzo di una soluzione suggerita è possibile ottenere il risultato sperato.

Se durante la vostra attività sportiva vi trovate di fronte ad un problema da risolvere fate attenzione alle domande che vi ponete e chiedetevi sin da subito:” come posso risolverlo? Anziché “ perché ho questo problema?”. Vi conviene!

Il cervello è il vostro operaio instancabile che farà sempre quello che gli chiederete di fare. Scegliete bene cosa fargli fare così potrete davvero apprezzarlo per quel che vale.

PNL TUTORIAL : i miei video su you tube

Ciao e benvenuto sul mio blog.
Ti Comunico che su you tube è attivo il canale " Impariamo insieme la PNL". IL MIO CANALE !

Ora puoi seguire anche lì - in sintesi - i principali argomenti che tratto di PNL.
Dal canale di youtube, nel motore di ricerca, digita PNL TUTORIAL e li vedrai comparire quasi tutti.
E' possibile guardare i video anche da questo blog: scorrendo nella colonna di destra.

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Ciao A presto!

Da Bruno Editore l'ebook "Ma Obama ha usato l'ipnosi?"

Scrivere le chiavi di ricerca “Obama” e “hypnosis” su Google riserva sorprese. I risultati mostrano infatti una serie di documenti, che rivelerebbero una stupefacente verità sul 44° presidente degli Stati Uniti: Barack Obama avrebbe utilizzato l’ipnosi nella sua lunga e vincente campagna elettorale. Ne hanno già parlato le principali testate americane e adesso la voce si è diffusa come un tam tam inarrestabile anche su Internet.

A parlare del caso sarà per la prima volta in Italia un ebook di Bruno Editore in uscita in questi giorni, dal titolo Ma Obama ha usato l'Ipnosi?.

Si tratta di un saggio curato da Charlie Fantechi. Psicologo e Psicoterapeuta di fama mondiale, Fantechi è specializzato in Ipnosi e Psicoterapia Ericksoniana, è Trainer di Programmazione Neuro Linguistica, certificato presso la NLP University di Robert Dilts a Santa Cruz (USA). “Nel mio ebook – ha dichiarato Fantechi – i lettori troveranno un’analisi approfondita delle tecniche del linguaggio ipnotico, con tanto di video reali delle campagne elettorali di Obama. E potranno farsi autonomamente un’idea sulle questioni chiave da cui sono partito: Obama ha usato l’ipnosi? Lo ha fatto volontariamente?”.

E’ da tener presente che le leggi americane vietano espressamente l'uso dell'ipnosi nelle campagne elettorali e di conseguenza, secondo alcuni analisti, potrebbe addirittura essere messo in discussione l'esito delle elezioni. Per questo motivo l'ebook su Obama si preannuncia come una di quelle pubblicazioni destinate a introdurre un salto nelle normali chiavi di interpretazione socio-politiche, spesso viziate da conformismo.

"La nostra casa editrice – ha sottolineato Giacomo Bruno, presidente di Bruno Editore – si occupa di formazione da molti anni e il nuovo ebook svela le tecniche di comunicazione ipnotica di uno dei migliori comunicatori al mondo. Quindi i nostri clienti e tutti gli appassionati di formazione potranno trovare una serie di spunti di grande interesse per la propria crescita personale. Ma da qui a pensare che l’ebook possa avere conseguenze politiche naturalmente ce ne corre. Certamente l'ipnosi e la persuasione sono strumenti che tutti i grandi comunicatori utilizzano quotidianamente, che ne siano consapevoli o meno. E' parte integrante della nostra comunicazione."

Le previsioni di diffusione dell’ebook Ma Obama ha usato l’iponosi? parlano di 20.000 copie già nei primi 7 giorni di lancio.

Bruno Editore è la casa editrice leader nel settore degli ebook, di cui detiene il 90% nel mercato italiano e il 3% nel mercato mondiale. Il modello "Bruno Editore" si fonda sul portale della casa editrice, tra i primi 100 siti italiani, con oltre 275.000 utenti registrati e più di 8 milioni di visitatori all’anno. Per essere aggiornati sulle ultime novità dall'osservatorio ebook clicca sul sito www.BrunoEditore.it.

IMPARIAMO INSIEME LA PNL

Ciao,
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A presto.

L'Ebook protagonista della Fiera del Libro con Bruno Editore


Gli esperti di Editoria digitale riuniti a Roma per "Più Libri Più Liberi"

Se Internet ha spiazzato l’industria discografica, con il mercato del libro la musica è destinata a cambiare, grazie alle innumerevoli potenzialità del Web 2.0 e ai lettori ebook di ultima generazione. Ne sono convinti gli operatori e gli esperti di editoria digitale, intervenuti oggi alla tavola rotonda ebook e Web 2.0, le nuove frontiere del leggere multimediale, nell’ambito della 7ª Fiera della piccola e media editoria "Più libri, più liberi" terminata a Roma l’8 dicembre.

Il settore degli ebook sembra risentire meno di altri della crisi: a livello mondiale dai 25 milioni di euro di fatturato del 2007 si è passati a quasi 28 milioni nei primi 9 mesi del 2008 (International Digital Publishing Forum). Mentre le ultime previsioni parlano di un mercato che raggiungerà 228 milioni già nel 2012 (iSuppli), soprattutto per quanto riguarda la consultazione di testi scientifici, saggistici e di formazione. Del resto è tutto il settore dell’ecommerce che, pur avendo rivisto al ribasso le stime, prevede nello stesso 2008 pur sempre una crescita a doppia cifra non solo a livello internazionale ma anche in Italia (Osservatorio sull’ecommerce del Politecnico di Milano).

Dopo anni difficili la spinta al mercato dell’ebook è venuta soprattutto dal Web 2.0. "Questo connubio - ha dichiarato Giacomo Bruno, presidente di Bruno Editore - moltiplica le occasioni per avvicinare nuovi lettori e nuovi autori grazie ad un approccio diverso rispetto alle tradizionali librerie, più interattivo e dinamico, reso possibile dalle infinite possibilità di Internet. In questo modo abbiamo dato vita ad un modello editoriale innovativo che sfrutta appieno le potenzialità dell’ecommerce attraverso la creazione di due community online nate proprio nel 2008: il Club Autori Italiani, che raccoglie oltre cento autori di ebook tra i migliori esperti di formazione, e il Club Affiliati Italiani, un esclusivo punto di raccolta online per promuovere gli ebook attraverso le vetrine di bit delle librerie associate".

L’altro impulso decisivo è arrivato dai nuovi lettori ebook lanciati negli ultimi mesi. Si tratta di colossi come Sony, Apple, Philips che hanno introdotto nuovi dispositivi rispetto a quelli già in voga come Cybook e Kindle di Amazon. Mentre si preannuncia l’arrivo a breve di Readius della Polymer Vision. "Questi nuovi dispositivi - ha dichiarato Sebastiano Bagnara del Politecnico di Milano - si candidano a diventare quello che l’iPod è stato per la musica sia per quanto riguarda il design sia per quanto riguarda il comfort. Le resistenze all’ebook derivano infatti soprattutto da problemi di comodità e funzionalità. La facilità di lettura è invece fondamentale affinché l’ebook possa esprimere tutte le potenzialità della ricerca di informazioni orizzontale e dell’esplorazione continua, in cui il lettore fa una rapida scrematura dei contenuti, saltando da una risorsa all’altra grazie a Internet".

"Anche Microsoft sta lavorando in questa direzione attraverso il progetto HCI (human computer interaction) - ha annunciato Gian Luca Petrillo della filiale italiana - secondo cui sarà possibile gestire interazioni complesse fra computer e utente attraverso il contatto con più punti di superfici sensibili".

"L’ebook - ha sottolineato Valerio Eletti della Sapienza di Roma - si trova alla convergenza degli interessi, delle competenze e della storia di aziende distanti tra loro come quelle editoriali, quelle informatiche e quelle commerciali on line". Una conferma viene dalla presenza alla tavola rotonda di Roberto Triola, responsabile del Centro Studi Confindustria Servizi Tecnologici e Innovativi, di Roberto Scrivo, direttore affari istituzionali Fastweb e di Fernando Folini, presidente del Gruppo editoria digitale dell’Associazione Italiana Editori, che nel 2007 ha costituito insieme ad altre associazioni di categoria l’Osservatorio permanente sui contenuti digitali.

Segno che tutto il mondo editoriale ha scelto di confrontarsi con nuovi mercati e nuovi prodotti, al fine di cogliere le opportunità delle nuove tecnologie e del Web 2.0 per il ridisegno delle filiere produttive e per catturare nuovi lettori, assicurando un maggiore accesso ai contenuti non soltanto per le giovani generazioni.

Bruno Editore è la casa editrice leader nel settore degli ebook, di cui detiene il 90% nel mercato italiano e il 3% nel mercato mondiale. Il modello "Bruno Editore" si fonda sul portale della casa editrice (www.brunoeditore.it), tra i primi 100 siti italiani, con oltre 275.000 utenti registrati e più di 8 milioni di visitatori all’anno. Per essere aggiornati sulle ultime novità dal mondo degli ebook clicca su sito www.BrunoEditore.it.