Le domande: un potente strumento per il Coach

Tutti sanno che i pensieri di un giocatore, quando è in campo, determinano il suo rendimento; e proprio per questo, quando gioca limitato dai suoi stessi pensieri, è indispensabile, per un coach, poter intervenire e dirigere l’attenzione di quel giocatore verso pensieri più potenzianti.

Per riuscire in questo intento, il coach, ha uno strumento semplice, immediato e molto potente: le domande.
Quando una domanda raggiunge le nostre orecchie, il nostro cervello inevitabilmente comincia a cercare, nell’archivio delle nostre precedenti esperienze, una risposta… e per far ciò deve trascurare quello che stava pensando in quel momento.
E’ questa, dunque, la funzione più interessante delle domande: dirigere l’attenzione.

Mentalmente è impossibile astenersi dal rispondere ad una domanda, ma è bene sapere che solo domande di qualità stimolano risposte di qualità, e che domande banali ottengono solo risposte banali.

Basta rispettare alcune regole per formulare domande di qualità. Tra queste, la più importante da tenere in considerazione, in un evento negativo, c’è quella di cominciare le domande con “Come…? “ invece di “ Perché…?”
Una buona domanda - ad esempio - è : “ Come posso migliorare questa situazione ?”,
mentre una pessima domanda sarebbe: “ Perché sono in questa situazione ? “ .
Chiedersi “perché”, spesso consente di ottenere solo una inutile giustificazione o, talvolta, un’accusa.

Capire perché si è commesso un errore può essere importante per evitare di commetterlo nuovamente, ma non è la domanda giusta da porsi quando si è alla ricerca di un rapido rimedio per ciò che sta capitando.

La prossima volta che vi capita di notare uno sbaglio, fate caso al tipo di domanda che ponete. E se comincia con “Perché…?”sostituitela con una che comincia con il “ Come…?”
La differenza vi sorprenderà.

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